Si tratta, dunque, di un cospicuo pacchetto di operazioni di ristrutturazione che presentano un controvalore di circa 85 milioni di euro e che stanno coinvolgendo settanta imprese valdostane e 77 professionisti tra progettisti e certificatori autorizzati.
Come sottolinea l’amministratore delegato di Compagnia Valdostana delle Acque, queste operazioni si stanno rivelando significative anche dal punto di vista dell’impatto ambientale e del risparmio energetico, come del resto è nello spirito del superbonus.
«Il miglioramento di classe energetica spesso è stato anche superiore al salto di due classi richiesto dalla misura per poter usufruire dell’incentivo» spiega Enrico De Girolamo. «In alcuni casi ci saranno anche passaggi dalla classe F alla classe A». Un risultato reso possibile anche dal fatto che quelle messe in atto sugli edifici sono spesso operazioni di ristrutturazione complete che comprendono dalla posa del cappotto alla sostituzione degli infissi all’installazione dei pannelli fotovoltaici.
Secondo il manager, insomma, il superbonus 110% è una iniziativa più che mai opportuna per il miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio in Valle d’Aosta. E anche in questo caso a definire l’impatto della misura arrivano in soccorso i numeri. Secondo i calcoli di Cva le ristrutturazioni contrattualizzate porteranno a evitare emissioni per circa 1.100 tep all’anno (tonnellate equivalenti di petrolio, ndr) corrispondenti a circa 3.250 tonnellate di CO2 non disperse in ambiente.
Fin qui gli effetti positivi generati dal provvedimento che mette l’importante incentivo a disposizione dei privati. Ma non mancano anche delle “macro criticità” che ancora non sono state superate.
Enrico De Girolamo. Amministratore delegato di Compagnia Valdostana delle Acque